Castello sforzesco di Milano

I locali dell'antico Ospedale Spagnolo, all'interno del cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano, sono stati recentemente recuperati per ospitare una delle ultime opere di Michelangelo, la Pietà Rondanini.

Il restauro è stato eseguito dall'impresa specializzata Tecnireco, sotto la direzione tecnica del restauratore Paolo Virilli.

Milano, Italia
castello sforzesco vista in esterni
castello sforzesco prima del restauro
castello sforzesco prima del restauro
castello sforzesco prima del restauro
castello sforzesco affreschi soffitti
castello sforzesco affreschi soffitto e parete
castello sforzesco pietà rondanini michelangelo
castello sforzesco pietà rondanini michelangelo

Per l'intervento, Primat ha fornito i materiali per il recupero delle finiture, in particolare è stata formulata una malta a base di calce idraulica naturale e inerti silicei.

Il recupero delle finiture e degli elementi decorativi, ha consentito di restituire unità di lettura all'insieme, conferendo particolare pregio all'ambiente.

Un aulico contesto per l'opera michelangiolesca, il cui allestimento è stato curato dall'architetto milanese Michele De Lucchi.

Il castello aveva una funzione prettamente difensiva quando furono avviati i progetti di edificazione nella seconda metà del Trecento: fu la famiglia Visconti, signori di Milano da già un secolo, a richiederne la costruzione. Nel 1395 Gian Galeazzo Visconti trasferì stabilmente la corte all’interno del castello spostandoli dall’allora Palazzo Ducale, che oggi conosciamo come il Palazzo Reale posto accanto al Duomo.

L'edificio venne distrutto quando salì al potere l’Aurea Repubblica Ambrosiana, in seguito alla conclusione della dinastia viscontea, ma venne prontamente ricostruito nel 1450 dal subentrato Francesco Sforza I, marito di Bianca Maria Visconti, che ne fece la sua residenza. In questo periodo avvennero diversi cambiamenti e rimaneggiamenti interni all'edificio, di cui il più importante è l’edificazione della torre mediana, detta Torre del Filarete dal nome dell’architetto che se ne occupò.

Con Ludovico il Moro verso la fine del Quattrocento il castello divenne una tra le sedi più sfarzose d’Europa grazie anche alle opere del Bramante e di Leonardo da Vinci. Successivamente venne più volte danneggiato da assalti e bombardamenti, come quello del 1521 che coinvolse la Torre del Filarete, per poi essere sempre prontamente ricostruito. Nel corso della sua storia passò da dimora signorile a destinazione militare sotto il dominio spagnolo e asburgico. Nel Novecento il castello acquisì il nome di “Sforzesco”.